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Nei primi mille giorni di vita, a contare dal concepimento, viene a costruirsi una matrice neuromentale individuale, generata dalla specificità delle relazioni che si vengono a formare tra il feto/neonato/bambino e i suoi caregivers, che elaborerà ogni successiva esperienza della vita di quell'individuo e condizionerà il suo sviluppo neuropsicosomatico fino all'età adulta. Ne discende l'importanza cruciale che tale matrice possa essere adeguata affinché ogni successiva esperienza possa trasformarsi in una costruzione sufficientemente buona del "mindbrain" di quell'individuo, piuttosto che verso una patologia. La dipendenza dello sviluppo umano dalle relazioni produce la "qualità", specifica individuale, di ogni singolo mindbrain: tale qualità include la struttura di una individuale genitorialità, che a sua volta in quell'individuo diventato adulto sarà fattore centrale della "qualità" dello sviluppo neuromentale dei suoi figli: di qui la transgenerazionalità, oggi confortata dell'epigenetica. Quale sarà pertanto il futuro dell'intera comunità umana? Migliore o peggiore? Di qui l'importanza di una cura per la perinatalità rivolta a tutti i genitori, per una prevenzione effettiva, non solo per i singoli, ma per il futuro del nostro destino. In "questa" Psicologia Clinica Perinatale, il volume, in riferimento alle neuroscienze come i tre precedenti, si occupa di temi cruciali: generatività e genitorialità, violenza all'infanzia, vicende della prematuranza, lutto perinatale, depressione genitoriale, suicidio/figlicidio, formazione degli operatori, proponendo modalità di prevenzione e di intervento precoce per sostenere nei genitori e negli operatori una adeguata capacità relazionale per la prima infanzia. Il testo è rivolto a psicologi, psichiatri, psicoterapeuti, ginecologi, pediatri, neuropsichiatri infantili, ostetriche, infermieri, puericultrici, fisioterapisti, assistenti sanitari, pedagogisti, educatori, genitori.